andrea calisi

 

 

sono tornato
ancora
a odorare la polvere  

uno squarcio
a spezzare un cielo cupo
violento

L’inquietante frastuono d’uno scoppio
“ E’ scappat’ u’ Rre! ”
e tutti a far festa
come se non ne avremmo più visti
e subito un nuovo re
dall’accento e dal nome diversi
e poi un duce e poi la repubblica
e sempre gli stessi
-prima borbonici poi liberali e fascisti e repubblicani-
a tenere le terre
a essere i nuovi potenti
a tendere le mani per farsele baciare
e tutti intorno a ringraziarli per un pezzo di pane da
pagare
a chiedere: “ Per favore Vostra Grazia... “
a seguire questi nuovi-vecchi pastori  

Ma chi siete?
Andate via!
Non siete degni di calpestarla questa terra
di vivere questi monti e questi boschi
non potete bere a queste sorgenti
andate via da questa terra!

Ma - in questi boschi su questi monti -
ce ne son state donne
ci sono stati uomini che...

Sono ancora qui
sono tornato
per fuggire
domani.

 

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Mito

                                  
a W. B.

Comincia Silenzio dalla parte del Sole
scivola piano l’orizzonte buio
si perde tra i fianchi delle montagne
ritorna mugghiante rabbiosa Eco
e tutto è il contrario di ciò ch’è stato
tutto troverà legittimazione
nella vivificazione della bellezza
Male è l’attività che scaturisce
da Energia nel nostro vecchio Impero
e Male sgretolerà questo Impero
questo groviglio di putredine e sopruso
Sangue deve ancora dilatare il proprio urlo
disintegrare quest’orrore.

   

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L’ ombra s’ allunga nelle pieghe

linee che s’ incrociano
uguali nel quadro tracciato
sulla parete che ho di fronte

monotonia di un angolo

vogliono che m’ adegui
ch’io perda senso
tutto deve trovare rispondenza
senza possibilità d’ imprevisti

accecante oppressione

violenza gratuita
che non può non ricevere
adeguato compenso
odio rabbia incendiaria
ineludibile risposta

 

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CANTO DELLA SELVA

Non sfiora la terra bruciata
scendendo nuovo gelo
ogni giorno veniamo
ogni notte viviamo la rivolta
la grandine ha chicchi brucianti
noi un ghigno violento sulle dita
per strapparceli dalla carne
Guarda
incessantemente ogni istante
indietro si nasconde
in silenzio si versa
si piega si distende muore
lascia alla corrosione degli acidi
un ricordo inutile
Vieni
ti mostrerò ciò che non ho mai visto
una strada - la sola -
l’ incoscienza del vuoto
e forse avremo il coraggio di cominciare
senza doverci nascondere
sapremo usare il pugno
Lotta.

 

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 12/12/’69

Luogo conosciuto
in superficie  

fermoimmagine  

un ruscello zampilla
dall’ asfalto  

Banca / covo di
Nottole / credenza per
Arraffoni  

uno squarcio
di sangue
ingrazia
una fontana uggiosa  

lo Stato porge il Gladio
il fascio esegue    

frammenti di vetro
ingioiellano
cadaveri.

 

  'ndret'       bir