I. 


Narciso
   l’impalcatura   il masso

Specchio fedele di solitudini

Sono steso su un masso –
vivo di fronte a un masso –
io sono il duro masso –

alto e ruvido letto;
sono una strana croce
che, senza fiato, attende

aghi criptici addosso
di tubi innocenti, vorticanti –
al solitario rito.  

Ignoro cosa vivo,
come colonna dell’altare vaticano –
sono un arcigno duomo –  

e cosa vive dentro.
La mano destra officia una messa
dove impeti giovanili –  

ardente mano sbatte
intimità formicolante –
e improbi sfioramenti,  

ogni insistenza viva,
impalcatura, su un masso, narciso,
fanno stellata volta.

 

la casa