N.D.F.

Rapido uno scatto nel corpo.
È necessario un cambio di velocità,
necessaria una rapidità di reazione
mai sperimentata ancora – un cambio di stile,
l’assunzione d’una postura proiettata
in fuori, in avanti, a fare; ridefinire
completamente le scenografie di questo
tempo, ormai perso … dallo specchio verso il cielo
incatramato precipita, un diavolo
rimpianti non fartene venire, hai provato
in tutti i modi ad essere adeguato a quel che
ci si aspettava da te, hai provato a capire,
hai creduto di capire, e ti sei donato –
an’m’ e cuor’
  
              non lasciarti buttare giù
dal pensare che fosse irraggiungibile, 
troppo in alto per te, per la tua vita ottusa
dall’onnipresente paura di sbagliare,
nelle parole, nei gesti, come se avessi
il dovere di toccare la perfezione:
lascia perdere, non ne sei capace – lo so,
capisco tutti i tuoi sentimenti, sono i miei,
comprendo la tua tristezza – verificare,
nonostante l’affetto, la cura esperita,
la nullità del tuo impegno, misero nella
sua evidenza a fronte della quantità e qualità
profusane con pertinace ostinazione,
fino a distenderti, ronfante, nella lenta
macerazione dell’ossessione, e a cadere
inevitabilmente proprio in quegli stessi
errori che paventavi di commettere –
àh-hà, mfh! fra un sanpietrino e l’altro – è triste
tutto questo, lo vedo bene, lo sento! ma
oggi non voglio più darti tregua, non avrai
tempo, in questo tempo, per rimpiangere ciò che
non è mai stato, né avrebbe potuto essere –
pensa a quanto ti ha dato quel che hai vissuto –
sei ricco, di una ricchezza inestimabile,
oggi: sarai eternamente grato, dentro,
porterai sempre la devozione – sì, lo so!
ti sembra di rubare: sei diventato una
persona migliore di quel che eri, e non è tuo
merito: non vuoi abusare di tesori
legati a determinazioni e obiettivi che
più non sono – sei un fraticello penitente! –
 

parti da questa ricchezza – una diversa
opportunità di guardare, ammirare
la distanza che ti separa dalle cose,
persone, dalla tua vita: hai occhi nuovi per
nuove curiosità da sondare – con la tua
solita ingenuità, magari! … un’occasione
per soffrire ancora, si può sempre creare:
non ce la neghiamo questa possibilità,
perché ci piace … non rovinare i tuoi sogni!
smetti di pensare ai tuoi acciacchi, alle ore
che inutilmente scorrono, e non cercare altre
scuse, hai troppe cose da fare, anche se
fai finta di non ricordare; non fingere,
continuando ad assottigliare sempre di più
l’ampiezza e la profondità del tuo animo –
hai ancora il naso adatto a scoprire colori
nuovi, a stanare le ombre più segrete dentro
le pieghe d’un muro, celate dietro anfratti
orali oculari vicoli ciechi mute
concupiscenze, fra i sanpietrini, ombre sempre
diverse, copiose di racconti fluidanti
in circolo, densi, dentro il gorgo d’un imbuto
metallico, aperto su un immenso cielo
disarticolato di colori –
  
                        ma mia è
la responsabilità e la colpa di tutti
gli errori commessi – io – ho visto e non ho agito,
non ho reagito alle difficoltà, lottando,
afferrandole tra le mani e plasmandole
a mio piacimento; le ho subite, soltanto …
ho continuato a trottolare sui talloni
come lo strumento usato per chiamare il Dio,
senza pormi meta alcuna, o un cammino non
casuale, fino a perdere contatto con
la mia volontà – è talmente evidente, che
dirlo non è pleonastico, è solo stupido!

non è vero quel che vai raccontando; è vera
la determinazione con cui hai affrontato
e superato difficoltà e hai insistito
a percorrere la strada che reputavi
inevitabile, per le tue sensazioni,
per l’indicibile passione che muoveva
ogni tua cellula – non conosco persona
che ostinata avrebbe continuato a credere –
ma ti entusiasma la cupa solitudine!
ti sei già rinchiuso al freddo, in una celletta –
ansia morbosa del vuoto; non illuderti
di sentirti libero dal male che porti
dentro: resterai schiavo, se vuoi affogarti  
in rimpianti su tentativi non provati –
né ti renderà libero ciò a cui miri:
non risiede nella carica di quel ferro,
la libertà – mi fai pena! e non sto parlando
d’un sentimento compassionevole: proprio
come t’è stato insegnato da fanciullino,
così consideri la vita! … ridicolo:
disprezzi, schifi le possibilità attuali,
negandole, crogiolato nella speranza
di ritrovarle in dimensioni costituenti
l’assenza necessitata di queste stesse
possibilità – ma sai bene quel che dico, sei tu a dirlo.
 
Andiamo fuori, a farci un giro ...


continua ...